La terapia a pressione negativa (PICO) può essere utilizzata per aiutare la guarigione di ferite aperte, acute e croniche. Può anche essere utile per la cura degli innesti cutanei, delle incisioni e delle ferite aperte.
Spesso capita che la guarigione delle ferite non segua un percorso lineare. Alcune, infatti, non guariscono e diventano croniche.
La terapia PICO è un sistema di medicazione che applica in modo continuo o intermittente una pressione sulla superficie di una ferita per favorirne la guarigione.
A chi è adatta la terapia a pressione negativa?
Il medico può raccomandare il PICO a chi presenta ustioni, ulcere da pressione, ulcere diabetiche, ferite croniche (di lunga durata) o lesioni. Questa terapia può aiutare la ferita a guarire più velocemente e con meno infezioni.
La terapia negativa è una buona soluzione per alcuni pazienti, ma non per tutti. Sarà il tuo medico a decidere se sei un buon candidato per questa terapia in base al tipo della tua ferita e alla tua situazione medica.
Quando è indicato il PICO?
I motivi principali per l’utilizzo di questa terapia sono:
- ferite chirurgiche acute e traumatiche
- ferite subacute
- ulcere da decubito
- ferite croniche aperte (ad esempio ulcere venose da stasi e ulcere del piede diabetico)
- innesti cutanei a rete (per fissare l’innesto in posizione e/o per accelerare l’epitelizzazione)
- ulcere venose da stasi
- deiscenza della ferita (condizione nella quale la ferita si apre lungo le linee di sutura a causa di una guarigione impropria)
- ulcere degli arti inferiori
Controindicazioni del PICO
La terapia a pressione negativa non è adatta nei seguenti casi:
- fistole agli organi e alle cavità corporee
- tessuto necrotico
- osteomielite
- ferite dovute al cancro della pelle
Efficacia clinica della terapia a pressione negativa
Rispetto alla terapia della ferita convenzionale, ci sono ulteriori vantaggi oltre a quelli sopra elencati offerti dalla terapia a pressione negativa. Sono:
- migliore guarigione della pelle trapiantata e degenza ospedaliera più breve per i pazienti che ricevono innesti cutanei a spessore parziale
- meno infezioni nei pazienti con ferite conseguenti a traumi ortopedici e fratture esposte
- migliore guarigione delle ferite, minore durata della degenza ospedaliera e minore mortalità ospedaliera nei pazienti con mediastinite e guarigione non riuscita delle ferite dopo sternotomia
- migliore guarigione delle ferite nei pazienti con diabete mellito e cancrena che richiedono l’amputazione
L’efficacia della terapia a pressione negativa è meno certa nei pazienti con ferite addominali aperte, fascite necrotizzante, gangrena di Fournier (infezione necrotizzante che colpisce il perineo), ferite aperte dopo la fasciotomia (procedura chirurgica in cui la fascia viene tagliata per alleviare la tensione o la pressione) e difetti tissutali dopo chirurgia del tumore muscolo-scheletrico.
Vantaggi del PICO
Se la terapia a pressione negativa ha successo, i vantaggi includono:
- dimissione ospedaliera anticipata
- meno cambi di medicazione
- meno necessità di intervento chirurgico
- risparmio sulle spese infermieristiche
- diminuzione dei costi sia a carico del paziente sia a carico del Servizio Sanitario
- miglioramento della qualità della vita
Svantaggi della terapia a pressione negativa
Gli svantaggi di questo trattamento comprendono:
- dolore iniziale dovuto all’applicazione dello strumento
- il fatto che il PICO rimanga collegato alla ferita per almeno 22 ore al giorno
La terapia a pressione negativa non è sempre efficace. Una ferita che non guarisce può richiedere un altro trattamento potenzialmente più invasivo.
Come funziona il PICO?
Questa terapia prevede una medicazione speciale (bendaggio), un tubo, un dispositivo a pressione negativa e un contenitore per raccogliere i liquidi.
L’operatore sanitario adatta la medicazione alla forma della ferita. Sigilla poi il tutto con una pellicola. Questa ha un’apertura a cui è attaccato un tubo che porta a una pompa a vuoto e a un contenitore in cui vengono raccolti i fluidi. La pompa a vuoto può essere impostata in modo che sia perennemente in funzione oppure che si avvii e che si arresti a intermittenza. La pompa estrae fluido dalla ferita. Ciò favorisce la crescita di nuovo tessuto aiutando così i bordi della ferita stessa a rimarginarsi. Quando necessario, gli antibiotici e la soluzione salina possono essere iniettati nella ferita.
Terapia a pressione negativa: durata
Le medicazioni per la terapia delle ferite a pressione negativa devono essere cambiate ogni 48 ore.
In caso di infezione, la medicazione dovrebbe essere cambiata ogni 24.
Se la ferita non è infetta, potrebbe essere possibile lasciare la medicazione per periodi più lunghi.
Infine, a seconda del tipo di ferita, potrebbe essere necessario che la terapia a pressione negativa duri tra le 2 e le 6 settimane.
Potenziali complicanze del PICO
Raramente possono verificarsi complicazioni che possono richiedere l’interruzione della terapia a pressione negativa. Queste possono essere:
- necrosi da pressione (morte tissutale)
- lesioni alla pelle intorno alla ferita
- crescita del tessuto di granulazione nella medicazione
- aumento del dolore a causa dell’improvvisa ridotta pressione
- dermatite da contatto dovuta al nastro adesivo
- formazione di fistole
- sviluppo di cancro della pelle a causa dell’aumento del flusso sanguigno nel letto della ferita
- intolleranza al trattamento
- pus nella medicazione o nel contenitore
- sanguinamento incontrollato o coagulo di sangue sotto la medicazione
- mancanza di guarigione